Riflessione sul tema della XIX Edizione del Giorno del Gioco 02 – 08 maggio 2024
Il 2024 celebra il 30⁰ anniversario dell’anno internazionale della famiglia. Cos’è la famiglia? La domanda è banale, ma la risposta è tutt’altro che semplice. Di solito si pensa ad un gruppo di persone legate da rapporti di matrimonio, parentela, affinità o adozione, che vivono sotto lo stesso tetto e condividono ciò che serve al loro sostentamento. Ma la famiglia è in primo luogo una comunità di affetti: un microcosmo, fondato sulla comune responsabilità di dare, ricevere e donare, divertirsi insieme, un gruppo che garantisce ai suoi membri protezione e solidarietà e nella quale i membri più piccoli (bambini e adolescenti) hanno modo di costruire ed esprimere la loro identità e la loro personalità. Il concetto di famiglia cambia a seconda delle epoche storiche e delle diverse culture. Nel mondo occidentale, accanto alla famiglia coniugale, formata dai genitori e dai loro figli, sono nate e cresciute una pluralità di altre forme familiari, spesso fondate sulla convivenza di fatto, che ha sostituito il vincolo matrimoniale celebrato in chiesa o al municipio. Un’altra forma familiare, sempre più diffusa è quella formata da un solo genitore con uno o più figli. Tante le prospettive che oggi possiamo avere su diversi tipi di nuclei familiari: famiglie allargate, famiglie informali, famiglie d’elezione, famiglie ricomposte, famiglie mosaico, famiglie temporanee, famiglie intermittenti e cespugli relazionali della nostra contemporaneità.
Con la prossima XIX EDIZIONE del “FESTIVAL DEL GIORNO DEL GIOCO” intendiamo sviluppare occasioni di approfondimento, iniziative ed eventi sul tema del gioco in rapporto alla famiglia intesa nel senso più ampio del termine. Purtroppo, il tempo che i bambini passano a giocare si sta riducendo in tutti i gruppi socioeconomici, poiché le famiglie vivono con molteplici fattori di stress che possono contrastare il tempo da dedicare a questa importante attività. Gli stili di vita familiari lasciano ormai poco tempo al gioco spontaneo, prediligendo la frequenza a corsi strutturati che lasciano poco spazio al bambino per esprimere la propria creatività e le proprie inclinazioni. Con questa edizione vogliamo accendere i riflettori su ritratti di famiglie in gioco.
Sappiamo bene quanto giocare con i genitori è, per il bambino, un’occasione per costruire legami di intimità con le persone per lui più importanti. Infatti è facilmente visibile l’entusiasmo con cui reagiscono i bambini alla disponibilità dei genitori a giocare con loro, ne sono molto felici e questo consente loro di rafforzare il senso di sicurezza e protezione. Siamo ormai consapevoli che il gioco non è una perdita di tempo, ma è alla base della preparazione alla partecipazione libera e piena alla vita culturale e artistica, come si ricava anche dall’art. 31 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. La capacità dei genitori o degli adulti in genere (parenti o educatori, che mantengono un comune rapporto affettivo), di giocare con i più piccoli è sicuramente un buon indice di armonia familiare e garantisce ai bambini una sensazione di benessere psichico oltre a costituire la condizione di base per sviluppare una buona capacità ludica. Giocare in famiglia può aiutare a trovare la chiave giusta per comunicare tra i diversi componenti. Sarebbe auspicabile pensare che in un qualsiasi gruppo famiglia si potesse trovare e dedicare trenta minuti al giorno per accompagnarsi in momenti di gioco o almeno un pomeriggio a settimana. Quando si decide di giocare con i figli, occorre farlo in maniera totalizzante. Secondo gli esperti non serve che il tempo che si trascorre insieme giocando sia molto lungo, ma è fondamentale che sia esclusivo. Il gioco, che facilita la comunicazione, potrebbe diventare uno dei parametri fondamentali per misurare la salute delle relazioni familiari. Condividere in famiglia un gioco significa utilizzare un gioco in scatola, inventarsi un gioco, recuperare i giochi dell’infanzia dei genitori o dei nonni, uscire in città e trasformare lo spazio pubblico in uno spazio per attività ludiche che prima non c’era il tempo di fare, ma neanche la voglia perché stanchi, perché bisognosi di tregua e di “niente” passivo. Certamente parliamo del gioco tra genitori e figli, ma anche del gioco tra coetanei, bambini, adolescenti e adulti che formano un qualsiasi gruppo famiglia. Vorremmo evidenziare l’importanza di giocare insieme ad altri cui ci lega un affetto o un sentimento, l’importanza di giocare liberamente, non solo di comprare giochi, soprattutto elettronici come spesso accade.
Il tema “GiochiAMO in famiglia” nasce affinché si costruisca e consolidi, con le famiglie, un rapporto di collaborazione fondamentale per l’integrazione nel macrosistema della società. Attraverso il coinvolgimento delle famiglie anche in attività ludiche si può contribuire al valore personale, culturale e sociale grazie al quale garantire e perseguire il benessere fisico, emotivo, relazionale, sociale e ambientale dei cittadini piccoli e grandi. Il gioco infatti nasce da un’interazione, dall’intersoggettività, dalla relazione con una o più persone speciali che ci presentano il mondo. Non c’è gioco se prima non c’è una relazione, uno scambio tra persone, ma anche un “educatore” che mi dà le regole del gioco. Ma quest’insegnante mi dice anche che nel gioco posso fare finta di “qualsiasi cosa”: apre la via alla mia creatività che è parallela all’intelligenza, alla flessibilità cognitiva, alla pianificazione, all’apprendimento. All’origine del pensiero e del linguaggio e dell’apprendimento sta il gioco, prima stimolato dai genitori poi attività sia solitaria che condivisa con adulti e coetanei.
In questo processo di costruzione della relazione genitori-figli, adulti e bambini, giocare insieme ha una funzione molto importante, in quanto consente ai genitori e agli adulti in genere di trascorrere del tempo di qualità con i bambini e di condividere con loro momenti ed esperienze felici. E possiamo solo immaginare come questo conti sulla creazione di un rapporto forte fondato sull’amore e sulla complicità. Giocare insieme significa godere insieme di un momento divertente, condividere nuove esperienze e sensazioni, essere presenti proprio quando i bambini scoprono cose nuove sul mondo ed essere i primi a catturare eventuali nuovi interessi emergenti.
Quando trascorriamo il nostro tempo con gli altri ed in particolare con i bambini e mostriamo dedizione e amore, dimostriamo di apprezzare e dare loro valore, un ottimo punto di partenza per una relazione che sarà forte ogni giorno di più! Giocare assieme ci aiuta a sviluppare abilità interpersonali (anche con i genitori e i fratelli), aumenta l’autostima, migliora la memoria e le abilità cognitive, le capacità di problem solving vengono affinate così come l’attitudine a prendere decisioni e a risolvere conflitti. Tutto questo offline!
Anche se il concetto di famiglia sta cambiando, eppure resta un luogo fondamentale per generare identità. Resta la matrice che garantisce la perpetuazione di comportamenti, linguaggi, significati, valori condivisi. Cerchiamo di pensare alle famiglie nella loro continuità intergenerazionale, coppia genitoriale, figli e figlie, nonni, parenti ma anche a famiglia come gruppo che condivide sentimenti (classe, scuola, gruppo parrocchiale, ecc.) Meditiamo sul tempo libero in famiglia riferendoci ad attività a cui partecipano diversi membri della famiglia insieme e questo implica allora che tutti i membri della famiglia sono coinvolti nella stessa attività, ma anche che tutti vivono la situazione soggettivamente come tempo libero, cioè, suggerisce che le attività ricreative della famiglia siano reciprocamente piacevoli, apprezzate e soddisfacenti. L’invito, che si vuole fare con la XIX edizione del nostro festival, è quello di mettersi in gioco insieme e a ripensarsi come “familia ludens”, capace di generare spiazzamenti cognitivi ed emotivi, desiderio e voglia di sfidare i cambiamenti. Perché solo una famiglia che si mette in gioco può scommettere sulle proprie potenzialità e sperimentare nuove possibilità. Quindi si cercherà di organizzare eventi, laboratori, mostre, spettacoli ed attività all’aperto che vedano protagonisti figli e genitori, nipoti e nonni, alunni e docenti, un vero e proprio festval di famiglie in gioco per consentire sia agli adulti che ai bambini di trascorrere del tempo di qualità insieme.
– Arch. Francesco Langella